Scritto da Vincenza Quitadamo
Nel 2021, secondo l’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), sono 11 milioni le tonnellate di emissioni di gas serra in più rispetto all’obiettivo che era stato stabilito per mantenere salda la rotta verso il 2030: un dato davvero poco promettente per gli scenari futuri, un dato che necessita di un’assoluta inversione di marcia per l’ambiente!
I dati
Dopo pausa dovuta alla pandemia ed al lockdown, in Italia i valori sono aumentati del +8,5%. Va evidenziato, però, anche un dato positivo: rispetto al 1990, le emissioni di gas serra nel nostro paese sono diminuite del 20%, grazie alla crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili, come l’eolico e l’idroelettrico, dell’efficienza energetica nel comparto industriale e al passaggio all’utilizzo di combustibili a minor contenuto di carbonio.
Parola d’ordine: invertire la rotta.
Per quanto riguarda il futuro, nel suo rapporto, Ispra sottolinea che l’Italia, dal 2013 al 2020, ha rispettato gli obiettivi di riduzione assegnati.
“Un risultato – si afferma – dovuto sia alle politiche e misure adottate, sia ai diversi cicli di crisi economica, connessi alle dinamiche economiche globali”.
Malgrado ciò,il settore civile e quello dei trasporti non presentano cali emissivi significativi.
“Sono ancora troppo contenute, portando l’Italia a rimanere al di sopra degli obiettivi per tutto il decennio 2021-2030: secondo gli obiettivi proposti dalla Commissione europea al 2030 le emissioni Effort Sharing gli gas serra dovrebbero ridursi del 43,7% rispetto ai livelli del 2005, mentre i nostri scenari ci indicano una riduzione di meno del 30%”, conclude l’Istituto.