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Sei al sicuro nella tua casa se scoppia un incendio?

Quante persone d’istinto, rispondendo ad una domanda secca, preferirebbero il legno a cemento e ferro come materiale favorito in caso di incendio? Sicuramente poche, nonostante, alla prova dei fatti.

Il legno sa come giocarsela contro le fiamme. E, seppur fumante e bruciacchiato, ne esce vincitore!

Eppure il pregiudizio sul legno come materiale combustibile è ben radicato e frena ancora la piena diffusione del legno nell’edilizia costruttiva. Infatti,  erroneamente, si pensa che il legno sia a maggior rischio di incendio rispetto ai materiali impiegati nelle tecnologie tradizionali, ovvero il cemento e l’acciaio.

Sarà vero o sono falsi miti?

Partiamo dalle basi: un incendio può svilupparsi sia per fattori interni, direttamente in casa, che esterni.  Pensiamo ai cortocircuiti, ad un mozzicone di sigaretta lasciato acceso, alle fiamme che partono dal piano cottura o l’incendio di un’area boschiva che arriva a lambire il centro abitato.

A prescindere dalla causa scatenante, però, la velocità di propagazione delle fiamme dipende dal contenuto delle abitazioni. E’ da tendaggi, divani e arredi altamente infiammabili che le fiamme si sviluppano molto velocemente.

Cosa succede agli edifici in fiamme?

In caso di incendio, ovvero se sottoposto a un drastico aumento della temperatura, l’acciaio subisce una rapida perdita della sua stabilità. Sebbene l’acciaio sia classificato come materiale da costruzione non infiammabile, senza adeguate protezioni il suo tempo di resistenza al fuoco è di brevissima durata. A causa della sua alta conducibilità al calore, dopo soli 5 minuti di esposizione al fuoco l’acciaio raggiunge circa i 500°. Questa rappresenta la cosiddetta temperatura critica per questo materiale. Dopo 10 minuti di incendio la costruzione in acciaio collassa su se stessa come un castello di carte. L’acciaio si dilata di circa 0,012 mm per ogni metro di lunghezza e grado di temperatura. Ciò significa, in caso di temperatura a 500°, un allungamento di 6 mm al metro. In caso di incendio si tratta di una pressione non sopportabile da alcun materiale.

E il cemento? A causa della sua composizione il cemento è classificato come materiale da costruzione non infiammabile, pur contenendo al suo interno il pericoloso acciaio. La capacità conduttiva al calore del cemento è di 2,1 W/mk, contro i 60 W/mK dell’acciaio, fattore da non trascurare in presenza di componenti in cemento armato e, in particolare, in calcestruzzo precompresso.

Cosa succede, invece, se una casa in legno va in fiamme?

Il comportamento al fuoco e le modalità di combustione del legno sono in realtà poco note e possono rivelare alcune sorprese. Infatti, in caso di incendio, il legno si carbonizza solo in superficie, formando una sorta di pellicola e proteggendo la sua struttura interna. Questo strato di carbone protettivo rallenta la velocità della fiamma, fungendo da isolante e preservando la staticità strutturale che non viene compromessa, al contrario di quanto accade all’acciaio e al cemento che non bruciano, ma il materiale subisce un rapido decadimento delle caratteristiche meccaniche.

La velocità di carbonizzazione del legno è pari a 0,7 mm al minuto, un tempo che consente alla struttura di resistere per un periodo sufficiente ad allontanarsi dall’edificio e spesso a estinguere il fuoco, in modo da limitare il più possibile i danni. Il legno è  in grado di farsi attraversare dal fuoco più lentamente rispetto agli altri “concorrenti”, impiegando quindi più tempo per bruciare.

Se l’incendio viene estinto in breve tempo, le strutture possono quindi salvarsi ed essere ripristinate. L’edificio può essere sottoposto a ristrutturazione e recuperato senza necessariamente dover ricorrere alla sua demolizione

Bisogna aggiungere inoltre che, come materiale da costruzione, il legno è utilizzato per formare telai strutturali racchiusi all’esterno da materiali fortemente ignifughi. Gli stessi cappotti isolanti sono elementi che contribuiscono a una ulteriore protezione dal fuoco.

Ovviamente, a dimostrazione di ciò, sono state organizzate, all’interno dell’Istituto Europeo sul Legno a Vienna, uno dei più rinomati enti di ricerca del settore in tutta Europa, delle prove di resistenza al fuoco che hanno dato risultati a dir poco sorprendenti.

Durante un test, una parete in legno, sul lato interno dell’edificio, è stata sottoposta ad un incendio durato oltre 2 ore. La temperatura all’interno dell’involucro ha toccato un picco di 1075°. Nonostante queste condizioni estreme, all’esterno della parete la temperatura in superficie oscillava tra i 14° e i 24° e la temperatura dell’aria si assestava attorno agli 11 gradi. In caso di intervento dei vigili del fuoco la bassa temperatura avrebbe permesso un intervento senza rischi.

All’interno, dopo oltre due ore di incendio, la parete non aveva minimamente perso le proprietà statiche, con una temperatura oscillante tra gli 80 e i 96 gradi. Gli unici due componenti da sostituire erano la lastra di cartongesso e quella in lana di legno cementizzata.

In particolare, il test ha dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, che gli edifici realizzati in legno hanno caratteristiche meccaniche di resistenza al fuoco nettamente migliori rispetto agli edifici costruiti in edilizia tradizionale, ovvero utilizzando materiali come cemento e acciaio. Un risultato decisamente sorprendente per chi è ancora legato ai luoghi comuni. Per altri, invece, la conferma di come l’edilizia sostenibile di qualità sia in grado di offrire livelli di sicurezza elevatissimi non solamente per quanto riguarda la resistenza sismica, ma anche in caso di incendi molto gravi.

Quello che normalmente si considera un difetto del legno, potrebbe essere invece uno dei suoi punti di forza!

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